"La Fritta" of Salento

Thursday 10 March 2022

Passeggiare nelle campagne incolte, nelle belle giornate di sole, può riservare piacevoli e gustose sorprese, se sapete riconoscere le innumerevoli piante spontanee che crescono nelle zone non coltivate in ogni angolo di Puglia. 

In Salento, in particolare, da tempo immemorabile, si usa raccogliere un particolare tipo di pianta spontanea, la “paparina”, termine dialettale usato per indicare la Papaver Rhoeas, appartenente alla famiglia delle Papaveraceae, il comune papavero, per intenderci.

La paparina si raccoglie prima che si trasformi nel bellissimo fiore rosso che tutti conosciamo, tra dicembre e gennaio, quando la pianta è ancora giovane e le sue foglie sono tenere e di un bel verde brillante. In passato, di questa pianta, si utilizzavano anche i petali dei fiori, i papaveri appunto, che già i Romani usavano far bollire in acqua per ottenere una bevanda dal blando potere soporifero, utilizzata per agevolare il sonno dei bambini un po’ troppo vivaci…

I contadini lo sapevano bene, per questo raccoglievano i fiori e li lasciavano essiccare per poi utilizzarli durante il resto dell’anno.

But of this prodigious spontaneous plant, the Salento people have also been able to make it a real delicacy, the "fried Salento", a poor dish but with a really intense flavor.

The recipe for preparing the Salento fried is very simple but it is essential that the ingredients used are of the highest quality for the success of the dish: paparina, black "celline" olives, garlic, chilli and extra virgin olive oil.

Recipe  

1 kg of Paparine

2 cloves of garlic

2 or 3 Chillies

Black olives (celline)

Extra virgin olive oil

Prima di tutto bisogna pulire attentamente la verdura, lavandola in abbondante acqua, per eliminare eventuali residui di terra. In un tegame capiente, far rosolare in abbondante olio extravergine d’oliva (rigorosamente pugliese!) due spicchi di aglio e i peperoncini. Aggiungere le paparine, salare e cuocere per circa mezz’ora. Per velocizzare, le paparine si possono far bollire in acqua leggermente salata. A fine cottura, aggiungere le olive nere celline, proseguendo la cottura per altri dieci minuti.  La presenza del peperoncino piccante, nella tradizione leccese, ha fatto sì che questo piatto prendesse anche il nome di “paparina n’fucata”. Accompagnate la fritta con l’ottimo pane di grano salentino e un calice di rosato fresco al punto giusto.


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