È un sistema di certificazione nazionale della qualità dei vini, ideato negli anni cinquantad all’avvocato romano Rolando Ricci, funzionario dell’allora ministero dell’Agricoltura. La D.O.C. certifica la zona di origine della raccolta delle uve impiegate per la produzione del vino D.O.C. e fa riferimento a: uno specifico disciplinare di produzione approvato con decreto ministeriale le caratteristiche connesse all’ambiente naturale ed ai fattori umani legati al territorio. Il marchio D.O.C. è l’evidenza oggettiva che il vino rispetta le caratteristiche di cui sopra. Il rispetto dei requisiti si certifica a superamento dei controlli di produzione. Il mancato rispetto dei requisiti stabiliti impedisce la messa in commercio del vino con la dicitura D.O.C.
Questa Doc interessa l’intero territorio regionale. Vino dolce prodotto con uve Aleatico (minimo 85%), con eventuale aggiunta di Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo. Serve un invecchiamento di 3 anni per ottenere il riconoscimento di Riserva.
L’area interessata da questa Doc comprende i comuni di Lizzano, Sannicola e parte di Gallipoli e Tuglie. Il vino Alezio Rosso prevede: Negroamaro, Malvasia nera di Lecce, Sangiovese e Montepulcinao (massimo 20%). Previste anche le tipologie rosso riserva e rosato.
Si produce a Barletta, in parte ad Andria e Trani, San Ferdinado di Puglia e Trinitapoli. Si produce con Nero di Troia con eventuale aggiunta di Montepulciano, Sangiovese (massimo 30%) e Malbech (massimo 10%). Di colore rosso rubino granato con riflessi arancioni se invecchiato. Di buona struttura, al naso risulta vinoso, armonico al palato. Ha una gradazione minima di 12° e se invecchiato due anni di cui uno in botti di rovere, può fregiarsi del titolo di Riserva.
Doc prodotta nel comune omonimo. Il vino rosso e rosato prevede il vitigno Negroamaro con eventuale aggiunta di Malvasia nera di Brindisi o di Sussumaniello, Montepulciano e sangiovese, fino a un massimo del 30%.
Vino prodotto nei comuni di Lucera, Troia e Biccari. I vitigni che concorrono al vino doc sono: uva di Troia o “Sumarello” (35-60%), Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera di Brindisi da soli o congiuntamente (25-35%), Trebbiano toscano, Bombino bianco e Malvasia del Chianti da sole o congiuntamente (15-30%). Colore rosso rubino, sentori olfattivi di buona intensità, gusto avvolgente e armonico. Accompagna piatti a base di carni rosse e formaggi stagionati.
Una delle Doc più note della Puglia, si produce nell’area tra Minervino Murge, Andria, Corato, Trani, Ruvo, Terlizzi, Bitonto, Palo del Colle e Toritto. Il vino Castel del Monte bianco Doc prevede la presenza di vitigni Pampanuto o Pampanino, Chrdonnay o Bombino bianco. Prodotto anche nella versione frizzante, si presenta di colore paglierino con sentori olfattivi gradevoli e delicati. Asciutto e fresco al palato. Il vino Castel del Monte rosso o rosato Doc prevede la presenza di vitigni Nero di Troia, Aglianico, Montepulciano e Bombino nero, quest’ultimo nei rosati. Il rosso è prodotto anche nelle tipologie novello e riserva.
Doc prodotta nei comuni di Cerignola, Stornara e Stornarella e parte di Ascoli Satriano. I vitigni che concorrono alla doc sono: Nero di troia (minimo 55%), unito a Negramaro (15-30%), Sangiovese, Barbera, Montepulciano, Malbech e Trebbiano toscano (massimo 15%). Rosso corposo che si abbina a piatti di carne o formaggi stagionati come il caciocavallo.
È questa una Doc interessa la parte alta dell’Arco Jonico di Taranto fino al confine con la provincia di Bari e Brindisi. Si prevedono varie tipologie di vini: I Bianchi nella varietà Chardonnay e Verdeca. I Rossi e Rosati nella varietà Primitivo e Cabernet Sauvignon.
Doc prodotta nei comuni di Copertino, Carmiano, Arnesano, Monteroni e parte in quelli di Galatina e Lequile. Il vino rosso prevede i vitigni di Negroamaro con eventuale aggiunta di Malvasia Nera di Brindisi, di Lecce, Montepulciano e Sangiovese da soli o congiuntamente fino al 30%. Previste le tipologie rosso, riserva e rosato.
Le zone interessate alla produzione di questa Doc sono i comuni di Galatina, Cutrofiano, Aradeo, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour. Il vino Doc bianco prevede i vitigni Chardonnay (minimo 55%) con eventuale aggiunta di vitigni a bacca bianca non aromatici autorizzati nella zona. Il vino Doc rosso, rosato e Novello prevede Negroamaro (minimo 65%), con eventuale aggiunta di altri vitigni a bacca rossa autorizzati nella zona. Lo Chardonnay prevede Chardonnay minimo 85%
Questa Doc è prodotta in 16 comuni tra la provincia BAT e la provincia di Bari. Il vino rosso Gioia del colle si compone di: Primitivo (50-60%), Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera (massimo 10%), Negroamaro (40-50%). Vino da tutto pasto, si presenta di colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento. Secco, armonico, leggermente tannico si accompagna a piatti a base di carne rosse e formaggi. Il disciplinare prevede anche le versioni rosato, bianco, primitivo, aleatico dolce e aleatico liquoroso dolce.
Questo vino è uno dei bianchi Doc più noti di Puglia, si produce nei comuni di Gravina, Poggiorsini e in parte in quelli di Altamura e Spinazzola. Nasce da Malvasia del Chianti (40-65%), Greco di Tufo e Bianco d’Alessano (35-60%), in aggiunta eventuale di Bombino Bianco, Trebbiano Toscano e Verdeca (massimo 10%). Di colore paglierino tendente al verdolino, si presenta secco o amabile al palato. Si produce anche nella versione spumante e si abbina perfettamente a piatti a base di pesce o funghi.
La Doc interessa il comune di Leverano. Il bianco Doc prevede una vinificazione molto delicata perché soggetto ad alterazioni nella fermentazione. I vitigni del bianco sono: Malvasia Bianca (minimo 50%), Bombino Bianco (massimo 40%). Con appropriate tecniche di disidratazione si ottiene il bianco passito. Se la vendemmia inizia non prima del 1° ottobre si ottiene il bianco vendemmia tardiva. Il vino rosso si compone con Negroamaro (minimo 50%), Malvasia Nera di Lecce e/o Montepulciano e/o Sangiovese (massimo 40%). Prevista Riserva, il Rosato e Malvasia Bianca.
Doc che rappresenta la provincia di Taranto, prodotta nei comuni di Lizzano, Faggiano e parte del comune di Taranto. Il vino Lizzano Rosso doc prevede: Negroamaro (60-80%), Bombino Nero, Montepulciano, Sangiovese, Pinot Nero (massimo 40%), più eventualmente Malvasia Nera di Brindisi e/o di Lecce (massimo 10%). Il vino Lizzano Rosso doc prevede: Negroamaro (60-80%), Bombino Nero, Montepulciano, Sangiovese, Pinot Nero (massimo 40%), più eventualmente Malvasia Nera di Brindisi e/o di Lecce (massimo 10%). Immesso sul mercato entro il 30 marzo successivo alla vendemmia, può ottenere la qualifica giovane oppure di novello (se sottoposto a macerazione delle uve). Vino da tutto pasto, prevede anche una versione frizzante. Previste anche le tipologie rosato, rosato spumante, bianco, bianco spumante, Negroamaro rosato, Negroamaro rosso, Malvasia nera.
Il vino bianco si produce nei comuni di Locorotondo, Fasano e in parte di Cisternino, con Verdeca (50-60%), Bianco d’Alessano (35-50%) eventualmente in aggiunta alla Malvasia toscana, al Bombino bianco e al Fiano (massimo 5%). Si presenta di colore verdolino o paglierino chiaro, è secco e delicato al palato e si presta ad accompagnare ogni tipo di antipasto. Prevista anche nella tipologia spumante.
La zona interessata comprende i comuni di Martina Franca, Crispiano, Alberobello, parte di Ceglie Messapico e Ostuni. Il vino Martina Franca doc si ottiene da Verdeca (50-65%), Bianco d’Alessano (35-50%), con eventuale aggiunta di Malvasia Toscana, Bombino bianco e Fiano (massimo 5%). Si tratta di un bianco dal colore verdolino o paglierino chiaro, secco e delicato al palato, si produce anche nella versione spumante e accompagna antipasti e piatti leggeri.
Si produce nel territorio di Matino e in parte di Parabita, Alezio, Taviano, Casarano, Melissano, Tuglie e Gallipoli. Il vino rosso prevede il Negroamaro con eventuale aggiunta di Malvasia Nera e/o Sangiovese (massimo 30%). Previste tipologie di rosso e rosato.
Questa DOC si produce nei comuni della provincia BAT e di Foggia. Si produce con uve Moscato Bianco, detto anche Moscato di Trani o Moscato Reale, con l’eventuale aggiunta di altri vitigni con aroma di Moscato (massimo 15%). Vino dolce naturale di colore giallo dorato. Il disciplinare prevede una graduazione minima di 14,5° e un’affinazione di 5 mesi. Prevista anche la versione liquorosa con gradazione minima di 18°.
Il territorio interessato comprende i comuni di Nardò e Porto Cesareo. Il vino rosso prevede i vitigni Negroamaro, con eventuale aggiunta di Malvasia Nera di Brindisi e/o di Lecce e Montepulciano (massimo 20%). Previste tipologie rosso riserva e rosato.
Questa Doc interessa le province di Taranto, Brindisi e Lecce ed è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal relativo disciplinare di produzione per le seguenti tipologie: Rosso, anche Riserva e Rosato, anche Spumante e Frizzante.
Vino prodotto a Orta Nova, Ordona, Ascoli Satriano, Crapelle, Foggia, Manfredonia. I vitigni che concorrono al vino doc sono: Sangiovese, Uva di Troia, Montepulciano, Lambrusco Maestri e Trebbiano Toscano (massimo 40%).
La zona di produzione di questa Doc comprende i comuni di Ostuni, Carovigno, San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e in parte di Latiano, Ceglie Messapico e Brindisi. Le varietà di vino sono: Ostuni bianco doc con la presenza dei vitigni Impigno (50-85%), Francavidda (10-15%) con eventuale aggiunta di Bianco d’Alessano e Verdeca (massimo 10%).
Ostuni Ottavianello doc con la presenza dei vitigni Ottavianello e eventuale aggiunta di Negroamaro, Malvasia nera, Notar Domenico, Sussumaniello (fino al 15%).
Questa Doc prevede di vinificare esclusivamente uve di Primitivo coltivato nel territorio di Manduria e Sava e in alcuni comuni del versante orientale della provincia jonica oltre che nei comuni di Erchie, Oria e Torre Santa Susanna. Il vino di colore rosso tendente al violaceo, con riflessi arancioni in caso di invecchiamento, risulta gradevole e armonico. Prodotto anche nelle varietà dolce naturale, liquoroso dolce naturale, liquoroso secco.
Nero di Troia (minimo 60%) con eventuale aggiunta di Sangiovese e Montepulciano (massimo 35%). Vino da tutto pasto, ha buona struttura e presenta un colore rosso rubino. Gradazione minima 12°, con gradazione di 13° e due anni di invecchiamento acquista la qualifica di Riserva.
La Doc si produce nei comuni di Salice Salentino, Veglie e Guagnano, San Pancrazio Salentino e Sandonaci, in parte nei comuni di Campi Salentina e Cellino San Marco. Il vino rosso e rosato prevede il vitigno Negroamaro, a volte unito a Malvasia Nera di Brindisi e Malvasia Nera di Lecce (massimo 20%). Il rosso, con 2 anni di invecchiamento e gradazione minima di 13°, può diventare Riserva, mentre con la tecnica della macerazione carbonica si produce il Novello. L’Aleatico dolce prevede il vitigno Aleatico (minimo 85%), con eventuale aggiunta di Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo (massimo 15%). Con 2 anni di invecchiamento si può ottenere la qualifica di Riserva. Il bianco prevede il vitigno Chardonnay (minimo 70%), con eventuale aggiunta (massimo 30%) di altre uve della zona. Il Pinot bianco prevede Pinot bianco (minimo 85%) con eventuale aggiunta di Chardonnay Sauvignon (massimo 15%).
Questa Doc, la più nota della Daunia, si produce nei comuni di San Severo, Torremaggiore, San Paolo Civitate, Apricena, Lucera e Lesina. La Doc, presente nelle tipologie bianco, rosso e rosato, prevede anche lo spumante. Il vino San Severo bianco doc prevede i vitigni: Bombino bianco (40-60%), Trebbiano toscano (40-60%), eventuale aggiunta di Malvasia bianca o Chianti e Verdeca (massimo 20%). Si accompagna ad antipasti a base di pesce, anche nella tipologia spumante. Il vino San Severo rosso e rosato doc prevede i vitigni: Montepulciano d’Abruzzo (70-100%) e Sangiovese (massimo 30%). Interessante vino da tutto pasto, il rosso presenta colore rubino con note aranciate se invecchiato, vinoso con profumo gradevole.
Questa Doc è prodotta nei comuni di Squinzano, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, parte di Cellino San Marco, Novoli e parte di Campi Salentina, Trepuzzi, Surbo e Lecce. Il vino rosso e rosato prevede il vitigno Negroamaro, Malvasia Nera di Brindisi e/o Lecce e Sangiovese (massimo 30%).
Per il vino a denominazione di origine controllata sono previste le tipologie “Rosso” anche nella variante riserva, “Rosato” e “Nero di Troia”, anche nella variante riserva. Il vitigno Nero di Troia è previsto per almeno il 65%, la presenza di uve di altri vitigni è prevista nella misura massima del 35%. La zona di coltivazione delle uve per la produzione del vino Doc comprende tutto il territorio amministrativo dei seguenti comuni della provincia di Foggia: Lucera, Troia, Torremaggiore, San Severo, S.Paolo Civitate, Apricena, Foggia, Orsara di Puglia, Bovino, Ascoli Satriano, Ortanova, Ordona, Stornara, Stornarella, Cerignola, e dei seguenti comuni della provincia della BAT: Trinitapoli, S. Ferdinando di Puglia e Barletta. Il Tavoliere delle Puglie Doc è disponibile a partire dalla campagna vendemmiale 2011-2012.
È una Doc che interessa le province di Taranto, Brindisi e Lecce. La denominazione di origine controllata “Terra d’Otranto” è riservata ai vini delle seguenti tipologie: