Vitigni

Le aree vitivinicole pugliesi sono cinque: Daunia, Murge, Messapia, Valle d'Itria e Salento. Su ciascuna di queste aree si coltivano vitigini a bacca bianca e a bacca nera, autoctoni e internazionali.
Bacca Bianca
Bacca Nera

Bianco d’Alessano


L’origine di questo vitigno autoctono è sconosciuta ma si attesta la sua presenza, nelle Murge Martinesi, dal 1870. In passato il Bianco d’Alessano, del quale non si apprezzava il colore giallo paglierino, è stato coltivato con diverse varietà locali, tra queste la Verdeca. Di grande interesse, negli ultimi anni, alcune espressioni del vitigno vinificato in purezza. Oggi, il Bianco d’Alessano è presente nelle doc Gravina, Martina, Locorotondo, ma anche Ostuni e Lizzano.

 

Bombino Bianco


Le origini del Bombino Bianco sono sconosciute, forse proviene dalla Spagna e oggi è coltivato su tutto il territorio regionale. Il vitigno è l’attore principale delle versioni in bianco di alcune importanti DOC come Castel del Monte, insieme al Pampanuto, San Severo, in uvaggio con il Trebbiano toscano, Leverano con il Malvasia Bianca.

 

Chardonnay


Vitigno internazionale, originario della Borgogna, è coltivato in tutto il mondo. Incrocio spontaneo tra Pinot Nero e Gouais Blanc, ha trovato in Puglia un ambiente idoneo alla sua coltura. Castel del Monte, Lizzano, Salice Salentino sono le DOC che vedono questo vitigno in primo piano.

 

Fiano


Il vitigno è originario della vicina Campania e deve il suo nome probabilmente a una varietà di mela, Appiano, oppure a una località dell’Avellinese, Apia. Il Fiano ha trovato in Puglia e in particolare in Valle d’Itria, un suo habitat privilegiato, tanto da essere contemplato nelle DOC Locorotondo e Martina.

 

Francavidda


Il Francavidda è originario della provincia di Brindisi e nello specifico, di Francavilla Fontana da cui avrebbe desunto il nome. Questo vitigno è previsto nella DOC Ostuni, e utilizzato in uvaggio con Impigno, Bianco d’ Alessano e Verdeca in una percentuale compresa tra il 15 e il 50%.

 

Greco


Vitigno molto antico, è introdotto il Puglia probabilmente nel VII secolo a.C. a seguito della colonizzazione greca. Il Greco è presente nella DOC Gravina insieme a Malvasia Bianca e Bianco d’Alessano; quale ulteriore esempio di vitigno in grado di esprimere la personalità di un territorio notevolmente vocato alla produzione di vini bianchi.

 

Impigno


Questo vitigno venne importato nell’agro di Ostuni dalla zona di Martina Franca agli inizi del secolo scorso, da un agricoltore di nome “Impigno”. Vitigno autoctono, è un’altra perla del patrimonio ampelografico pugliese. Il suo utilizzo è previsto nella DOC Ostuni in percentuale variabile fra il 50 e l’85%, in uvaggio con il Francavidda ed eventualmente con il Bianco d’Alessano e il Verdeca.

 

Minutolo


È un antico vitigno autoctono pugliese. Recentemente si è avviata un’accurata selezione per la produzione di vini di qualità. È vinificato prevalentemente in purezza per dare vita a vini secchi e aromatici o a vini spumanti pregiati.

 

Moscato Reale


Il nome moscato deriva da “muscum”, muschio, per l’intenso profumo tipico dell’uva. Il Vitigno, di origini antichissime, oggi è coltivato in tutta l’area del mediterraneo. Moscato Bianco o Moscato Reale o Moscato di Trani sono i nomi del vitigno autoctono fra i più noti e rappresentativi di Puglia. In particolare, il Moscato di Trani DOC è un vino dolce naturale prodotto anche nel tipo liquoroso.

 

Pampanuto


Il Pampanuto è un vitigno dalle origini incerte, noto anche come Rizzulo, Pampanuta o La Pampanuta; è coltivato da molto tempo in Puglia e spesso associato al Bombino Bianco. La DOC Castel del Monte è quella in cui il Pampanuto trova il più ampio utilizzo in uvaggio con Chardonnay o Bombino Bianco.

 

Sauvignon


Il Sauvignon, originario della zona di Bordeaux, oggi è coltivato in tutto il mondo, dall’Australia all’Europa alla Nuova Zelanda. Questo vitigno si è ottimamente integrato nel patrimonio ampelografico pugliese. Insieme allo Chardonnay si ritrova in particolare nelle DOC Castel del Monte, Lizzano e Salice Salentino.

 

Verdeca


Vitigno autoctono molto coltivato nella provincia di Taranto, la Verdeca è in primo piano nella vinificazione delle DOC Locorotondo e Martina, dove si utilizza in una percentuale compresa fra il 50-65%; è, inoltre, presente anche nella DOC Gravina, dove si unisce ad altre importanti uve a bacca bianca come il Bombino Bianco o il Trebbiano Toscano.

Aglianico


L’Aglianico, detto anche Ellenico o Ellanico, è stato probabilmente introdotto dai Greci intorno al VI-VII secolo a.C. durante la colonizzazione delle coste tirreniche. E’ un vitigno storicamente legato alla vicina Basilicata ma vanta un’antica coltivazione anche in Puglia, dove rappresenta un elemento cardine della DOC Castel del Monte, nel cui disciplinare sono previste specificamente le versioni Aglianico rosso e rosato.

 

Aleatico


L’Aleatico è un vitigno autoctono, presente in tutto il territorio regionale, dal quale si ottiene un caratteristico vino dolce naturale. Alcuni lo ritengono originario della Toscana, come mutazione del Moscato, altri pensano che sia stato introdotto dai greci. Aleatico è anche il nome della denominazione di origine controllata il cui disciplinare prevede pure l’utilizzo, in percentuale minore, di Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo.

 

Bombino Nero


Di origine sconosciuta, è noto anche come “Bambino” o come “Buonvino”. Il Bombino Nero, da lungo tempo coltivato in Puglia, è un vitigno che si contraddistingue per la copiosa produzione e l’elevata resa in mosto. Viene coltivato prevalentemente nelle zone di Lizzano e Castel del Monte, se ne ricava un vino rosso rubino piuttosto tannico.

 

Malvasia Nera


A differenza delle altre Malvasie, non presenta il caratteristico sapore di moscato. Vitigno autoctono ampiamente diffuso nel Salento, a partire dalla provincia di Taranto fino all’ampio bacino che comprende le province di Brindisi e Lecce. È presente nelle DOC Lizzano, Brindisi, Squinzano, Salice Salentino, Leverano, Copertino, Nardò, Matino e Alezio.

 

Merlot


Vitigno francese originario del Bordeaux, se ne hanno le prime tracce nel 1700 e nel 1880 fu introdotto in Italia, dove si è diffuso più o meno su tutto il territorio. Il Merlot, come altri vitigni internazionali, ha trovato idonee condizioni ambientali in Puglia e può rientrare in minime quantità nella composizione di molte DOC pugliesi. Il vino che se ne ricava ha colore rosso rubino, all’olfatto risulta fruttato ed erbaceo. Abbastanza tannico, corposo ed equilibrato

 

Montepulciano


Di origini incerte, forse proveniente dalla zona di Montepulciano in provincia di Siena, questo vitigno si è largamente diffuso nel centro-sud. Il Montepulciano è particolarmente presente in Puglia, nelle DOC San Severo, Cacc’e Mmitte di Lucera, Ortanova, Rosso di Cerignola e Rosso Canosa, Castel del Monte, Lizzano, Leverano, Copertino e Alezio. Se ne ricava un vino color rosso rubino intenso, giustamente tannico e adatto all’invecchiamento.

 

Negroamaro


E’ un vitigno autoctono di origini ignote e antichissimo. Si ritiene che la sua coltivazione abbia avuto inizio con la colonizzazione greca. Il suo nome deriverebbe dall’unione del latino nigra, nero e del greco mavro, amaro. Caratteristica dell’uva è appunto il colore molto scuro e un gusto quasi amarognolo degli acini. Il Negroamaro è il simbolo del “Salento enologico” ma la sua coltivazione è ormai diffusa in tutta la Puglia. Infatti, il vitigno è protagonista delle doc Lizzano, Brindisi, Squinzano, Salice Salentino, Leverano, Copertino, Nardò, Galatina, Matino e Alezio ma è anche previsto nella DOC Rosso di Cerignola.

 

Nero di Troia


E’ uno dei vitigni autoctono più antichi coltivati nella Puglia centro-settentrionale. Potrebbe essere originario dell’Asia Minore, in particolare di Troia ed essere giunto in Puglia durante la colonizzazione greca. Il territorio noto come “terre di Federico”, ovvero l’ampia area che si estende dal nord barese fino alla provincia di Foggia, riconosce nel Nero di Troia il suo emblema più rappresentativo. Il vitigno, in purezza o in uvaggio, è contemplato nelle DOC Castel del Monte, Cacc’e Mmitte di Lucera, Ortanova, Rosso di Cerignola, Rosso Canosa. Il vino che se ne ricava è di colore rosso rubino con riflessi aranciati, asciutto e armonico.

 

Notardomenico


Rarità enologica coltivata nell’Alto Salento, prevalentemente in provincia di Brindisi, è presente, in una percentuale fino al 15%, nella DOC Ostuni.

 

Ottavianello


E’ un vitigno autoctono il cui nome potrebbe derivare dal marchese di Bugnano di Ottaviano che ne introdusse la coltivazione in Puglia. E’ un esempio di vitigno sopravvissuto grazie alla caparbietà e alla passione dei viticoltori pugliesi. L’Ottavianello si coltiva nella provincia di Brindisi ed è un elemento caratterizzante della DOC Ostuni. Se ne ricava un vino rosso rubino, dal sapore leggermente aromatico, indicato per l’invecchiamento.

 

Primitivo di Gioia


Il Primitivo, vitigno autoctono, fu impiantato per la prima volta nel territorio di Gioia del Colle ad opera dei Frati Benedettini. Verso la fine del ‘700, il sacerdote primicerio Don Filippo Francesco Indellicati ne selezionò un clone e gli attribuì il nome di “Primativo” in virtù della sua precoce maturazione. Il Primitivo di Gioia è la tipologia più nota prevista nella DOC Gioia del Colle.

 

Primitivo di Manduria


Il vitigno autoctono, originario del territorio di Gioia del Colle, ha trovato nell’area di Manduria le condizioni ideali per proliferare. La DOC Primitivo di Manduria comprende infatti numerosi paesi della provincia di Taranto ed alcuni della provincia di Brindisi. Il vino che si ottiene da queste uve ha colore rosso intenso, profumi speziati, elevata alcolicità. Impiegato inizialmente come vino da taglio, recentemente ha guadagnato il titolo di vino di qualità grazie al lavoro di alcuni produttori.

 

Sangiovese


Vitigno di probabile origine toscana, si pensa che sia stato coltivato anche dagli Etruschi. Il Sangiovese, pur non essendo originario della Puglia, è un vitigno abbondantemente coltivato nella regione. Lo troviamo nelle DOC San Severo, Cacc’e Mmitte di Lucera, Ortanova, Rosso di Cerignola e Rosso Canosa, ma anche Gioia del Colle, Lizzano e nel Salento, nelle DOC Brindisi, Squinzano, Leverano, Copertino, Alezio e Matino. Produce un vino rosso rubino intenso, dal sapore asciutto e leggermente amarognolo.

 

Susumaniello


Di probabile origini dalmate, deve il nome all’alta produttività in età giovanile, tanto da “caricarsi come un asino”. E’ previsto in percentuale minore nelle DOC Ostuni e Brindisi. Riscoperto recentemente dai produttori locali e vinificato anche in purezza, conferma l’amore dei vignaioli pugliesi per la propria terra. Vino acido e asciutto, dal colore rosso rubino cupo.

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