Tra i monti dauni, in provincia di Foggia, esiste un piccolo borgo, tra i più belli d’Italia e bandiera arancione del Touring Club d’Italia, dal nome molto evocativo: Pietramontecorvino.
Di origine bizantina, il borgo si chiamò per secoli “Montecorvino” ma nel corso della sua lunghissima storia conobbe la furia delle incursioni normanne che la distrussero quasi completamente, tanto da spingere i suoi abitanti a rifugiarsi a Petra, una piccola località poco distante. Per questo motivo, e per ricordare quel tragico evento, nel 1861 il paese prese il nome di Pietramontecorvino.
Del suo passato medioevale, la città conserva ancora tracce nel centro storico, chiamato dagli abitanti Terra Vecchia, dove, tra contorte e strette viuzze, è possibile ammirare le piccole e sobrie abitazioni costruite in tufo, materiale ricavato scavando nelle rocce di cui abbonda il territorio.
Di forma circolare, il centro storico era fortificato con torri e alte mura difensive di cui oggi restano solo tre porte: la porta di Santa Caterina, la Portella e la Porta Alta, oltre a una Torre Normanna, chiamata dagli abitanti “Torre del diavolo”, composta di un torrione merlato quadrangolare e dell’unica casa-torre rimasta ancora in piedi. La torre è alta circa trenta metri e svetta maestosa sulla dorsale appenninica.
Di particolare pregio la Chiesa di Santa Maria Assunta (XII secolo) che presenta un bel portale laterale con triplice arco a forma ogivale, un loggiato, una scalinata esterna e il portale principale risalenti invece al Settecento. Una curiosità su questa chiesa: il suo orientamento originario, con l’altare rivolto a oriente, nel XIII secolo fu letteralmente capovolto. Molto interessanti, al suo interno, la cappella rinascimentale, l’altare maggiore in stile Barocco e la torre campanaria, di probabile origine medioevale.
Da non perdere il Palazzo Ducale ,di origine duecentesca, che presenta sulla facciata lo stemma degli Angiò ed è collegato alla Torre Normanna da un possente muro in pietra. Costruito su tre piani, il palazzo mostra un elegante ingresso, impreziosito da un mascherone, che introduce al salone delle udienze. Notevole il giardino pensile e i due cortili interni.
Tutto intorno al paese, si possono ammirare le innumerevoli grotte scavate nella friabile roccia, oggi utilizzate soprattutto come cantine, e dal suo punto più alto si può assistere, nell’ora giusta, a indimenticabili tramonti solcati dal volo degli uccelli che qui hanno trovato un habitat ideale.
Se siete amanti della natura e dei paesaggi incontaminati, poco fuori dal centro, potete passeggiare al fresco del bosco di Sant’Onofrio, famoso per i suoi monumentali faggi e le numerose sorgenti d’acqua che vi accompagneranno durante il tragitto.
Alberto Longo distanza 43,2 Km circa 43 min. in auto scopri la cantina