Il territorio conosciuto con il nome di Daunia corrisponde alla parte settentrionale della Puglia e comprende la zona del Tavoliere, il promontorio del Gargano e il Subappennino dauno.
Pianura, montagna e mare; elementi che qui si esprimono, in una sintesi perfetta, con gli scenari offerti dalle distese di grano del Tavoliere, dalla fitta vegetazione del Parco Nazionale del Gargano, dalle grotte e dai fondali marini ricchi di fascino.
Antica è la tradizione vitivinicola di quest’area, interessata dalla coltivazione della vite già in epoca romana.
I pellegrini, di passaggio per imbarcarsi alla volta della Terra Santa, brindavano con il vino di queste zone e nel borgo di Monte San’Angelo, in occasione della vendemmia, si organizzavano feste propiziatorie. La Daunia è soprattutto terra di vini bianchi.
I terreni calcarei, argillosi e sabbiosi hanno infatti rappresentato l’habitat perfetto per alcuni vitigni a bacca bianca; è il caso del Bombino Bianco che spesso si accompagna al Trebbiano Toscano per dare origine a bianchi particolarmente delicati.
Ma questa terra è anche patria di rossi corposi o poco strutturati che si ottengono da vitigni a bacca rossa come il Montepulciano d’Abruzzo, il Susumaniello, o Somarello, un vitigno raro e prezioso diffuso nella zona di Lucera e ancora il Tuccanese o Uva Zagarese, altra perla rara della viticoltura dauna.
Importante è la diffusione nel territorio del Nero di Troia, vitigno autoctono vinificato prevalentemente in purezza e all’origine di vini che ben si prestano all’invecchiamento.
Questa Doc interessa l’intero territorio regionale. Vino dolce prodotto con uve Aleatico (minimo 85%), con eventuale aggiunta di Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo. Serve un invecchiamento di 3 anni per ottenere il riconoscimento di Riserva.
Vino prodotto nei comuni di Lucera, Troia e Biccari. I vitigni che concorrono al vino doc sono: uva di Troia o “Sumarello” (35-60%), Montepulciano, Sangiovese, Malvasia nera di Brindisi da soli o congiuntamente (25-35%), Trebbiano toscano, Bombino bianco e Malvasia del Chianti da sole o congiuntamente (15-30%). Colore rosso rubino, sentori olfattivi di buona intensità, gusto avvolgente e armonico. Accompagna piatti a base di carni rosse e formaggi stagionati.
Doc prodotta nei comuni di Cerignola, Stornara e Stornarella e parte di Ascoli Satriano. I vitigni che concorrono alla doc sono: Nero di troia (minimo 55%), unito a Negramaro (15-30%), Sangiovese, Barbera, Montepulciano, Malbech e Trebbiano toscano (massimo 15%). Rosso corposo che si abbina a piatti di carne o formaggi stagionati come il caciocavallo.
Vino prodotto a Orta Nova, Ordona, Ascoli Satriano, Crapelle, Foggia, Manfredonia. I vitigni che concorrono al vino doc sono: Sangiovese, Uva di Troia, Montepulciano, Lambrusco Maestri e Trebbiano Toscano (massimo 40%).
Questa Doc, la più nota della Daunia, si produce nei comuni di San Severo, Torremaggiore, San Paolo Civitate, Apricena, Lucera e Lesina. La Doc, presente nelle tipologie bianco, rosso e rosato, prevede anche lo spumante. Il vino San Severo bianco doc prevede i vitigni: Bombino bianco (40-60%), Trebbiano toscano (40-60%), eventuale aggiunta di Malvasia bianca o Chianti e Verdeca (massimo 20%). Si accompagna ad antipasti a base di pesce, anche nella tipologia spumante. Il vino San Severo rosso e rosato doc prevede i vitigni: Montepulciano d’Abruzzo (70-100%) e Sangiovese (massimo 30%). Interessante vino da tutto pasto, il rosso presenta colore rubino con note aranciate se invecchiato, vinoso con profumo gradevole.
Il riconoscimento di questa Doc è recentissimo, ottobre 2011 e interessa lo storico vitigno Nero di Troia. Per il vino a denominazione di origine controllata sono previste le tipologie “Rosso” anche nella variante riserva, “Rosato” e “Nero di Troia”, anche nella variante riserva. Il vitigno Nero di Troia è previsto per almeno il 65%, la presenza di uve di altri vitigni è prevista nella misura massima del 35%. La zona di coltivazione delle uve per la produzione del vino Doc comprende tutto il territorio amministrativo dei seguenti comuni della provincia di Foggia: Lucera, Troia, Torremaggiore, San Severo, S.Paolo Civitate, Apricena, Foggia, Orsara di Puglia, Bovino, Ascoli Satriano, Ortanova, Ordona, Stornara, Stornarella,Cerignola, e dei seguenti comuni della provincia della BAT: Trinitapoli, S. Ferdinando di Puglia e Barletta. Il Tavoliere delle Puglie Doc è disponibile a partire dalla campagna vendemmiale 2011-2012.
La indicazione geografica tipica Daunia è riservata ai seguenti vini:
I vini ad indicazione geografica tipica Daunia bianchi, rossi e rosati, devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vigneti raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Foggia, a bacca di colore corrispondente. La indicazione geografica tipica Daunia, con la specificazione di uno dei vigneti raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Foggia ( esclusi i vitigni Montepulciano e Ottavianello ) è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, per almeno l’85% dai corrispondenti vitigni. Possono concorrere, da sole o congiuntamente, alla produzione dei mosti e vini sopra indicati, le uve dei vitigni a bacca si colore analogo, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la provincia di Foggia fino ad un massimo del 15%. I vini ad indicazione geografica tipica Daunia con la specificazione di uno dei vitigni di cui al presente articolo, possono essere prodotti anche nella tipologia frizzante. (art.2 Disciplinare di produzione dei vini ad indicazione geografica tipica Daunia). La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con la indicazione geografica tipica Daunia comprende l’intero territorio amministrativo della provincia di Foggia. (art.3 Disciplinare di produzione dei vini ad indicazione geografica tipica Daunia).
L’indicazione geografica tipica Puglia, è riservata ai seguenti vini:
I vini ad indicazione geografica tipica Puglia bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, da uno o più vitigni raccomandati e/o autorizzati nelle rispettive province di Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, a bacca di colore corrispondente. L’indicazione geografica tipica Puglia con la specificazione di uno dei sotto indicati vitigni raccomandati e/o autorizzati in tutte le province della regione Puglia, esclusi i vitigni: Montepulciano od Ottavianello, è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, per almeno l’85% dei corrispondenti vitigni: Aleatico, Aglianico, Bombino nero, Bombino bianco, Falanghina, Fiano, Greco, Malvasia bianca, Malvasia nera, Uva di Troia, Moscato bianco, Moscatello, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Riesling, Sauvignon, Primitivo, Negroamaro, Verdeca, Bianco d’Alessano, Pampanuto, Trebbiano, Sangiovese. I vini ad indicazione geografica tipica Puglia con la specificazione di uno dei vitigni di cui al presente articolo possono essere prodotti anche nelle tipologie frizzante e novello. (art.2, Disciplinare di produzione dei vini ad indicazione geografica tipica Puglia). La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con la indicazione geografica tipica Puglia comprende i territori amministrativi delle province di: Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto. (art.3, Disciplinare di produzione dei vini ad indicazione geografica tipica Puglia).